AITC Associazione Italiana Tumori Cerebrali

Claudia

8 gennaio 2006
La mia vita cambia improvvisamente il 27 giugno 2005, per mio marito inizia a 47 anni un calvario causato non si sa come da una cellula che improvvisamente impazzisce, il glioblastoma multiforme.
Roberto è un uomo ancora giovane, più giovane della sua età, ha un fisico atletico perché ha sempre praticato molto sport, una vita sana, regolare, una famiglia, un bambino di sei anni appena che si chiama Andrea, la sua quasi perfetta copia, un bel bambino e che noi naturalmente adoriamo.

Questa primavera, Roberto si sente più stanco, improvvisamente con il passare dei giorni è disinteressato su tutte le cose che lo circondano, abbandona anche lo sport senza una spiegazione, senza rendersene conto non si preoccupa nemmeno di svolgere tutti gli atti quotidiani. Le analisi del sangue sono perfette, non c’è nel suo fisico nessuna anomalia, purtroppo capiremo dopo che il male è nella testa e che lui non se ne rende conto. Pensiamo tutti si tratti di una forte depressione, lo curiamo per questo, passano i giorni lui diventa sempre più apatico, lo troviamo accasciato nella doccia con un espressione terribile, fuori dal mondo e non riconosce più suo figlio.

Da quel momento inizia il terribile calvario….Tac urgente, risposta tumore frontale destro, risonanza magnetica, glioblastoma multiforme. Il 1 luglio viene operato, l’esame istologico conferma la diagnosi, viene asportata tutta la parte destra per dargli qualche mese in più di vita, perché non ci sono speranze, 6 mesi
forse un anno, e noi ci aggrappiamo a tutti i momenti in più che possiamo avere con lui. Dopo l’intervento, lui riprende a stare meglio, riconosce tutti senza problemi, riusciamo anche a passare un 3 mesi circa conducendo una vita abbastanza normale, anche se molte cose sono comunque cambiate. Iniziamo le cure subito, chemioterapia ogni 5 settimane, un ciclo di radioterapia, cortisone e melatonina quotidianamente.
Un suo caro amico di liceo, oggi noto neurochirurgo si prende cura di lui personalmente.

Dopo un mese dall’operazione la risonanza ci dice che il male sta occupando anche tutta la parte sinistra, le previsioni sono molto negative. Dal 16 novembre Roberto non esce più di casa, un forte edema cerebrale forse causato dalla radioterapia lo rende instabile, ha perdita di equilibrio, le sue condizioni sembrano peggiorare. Il suo amico interviene subito con forti dosi di cortisone e mannitolo e l’edema rientra e lui riesce a tare meglio fin che dura…. ma lui sta diventando come un ottantenne. Il suo fisico forte e sano e tutto l’amore della famiglia e degli amici che lo circondano sono sicuramente la forza maggiore che lo sostengono perché Roberto è stanco, nervoso, fatica a camminare, lo dobbiamo alzare, coricare, aiutare in qualsiasi cosa, ogni giorno che passa il male si impossessa di qualcosa e non lo restituisce.
Sono trascorsi sei mesi e non guardo al futuro perché mai come ora non mi interessa più, mi chiedo solo se posso fare qualcosa in più, se c’è qualcuno che ne sa di più, se ci fosse una nuova medicina, se solo potessi capire perché ….non c’è più speranza , se solo ci fosse più ricerca non si può condannare un essere umano e tutti quelli che lo circondano ad una terribile agonia senza via di uscita. Ma come è possibile?

Mio figlio un giorno non so come ne uscirà e noi genitori che gli abbiamo sempre insegnato che le cose giuste e buone sono invincibili… come farò a fargli capire che la vita è anche questa ?
Forse gli dirò che c’è sempre una ragione per cui vale la pena di vivere, io e suo padre siamo stati anche felici….

Claudia